Non sono particolarmente bravo con le recensioni, mi limito ad aggiustare/unire le mie impressioni che avevo trascritto al momento della lettura.
Narutaru, opera che mi ha decisamente colpito, sia per i temi trattati, il modo di narrarli e anche perché è catalogabile nei manga da "sega mentale". Passatemi il termine, l'autore lascia che sia il lettore ad intere certe cose.
Comunque, come molti avranno notato dalla prima copertina, l'impatto che Kitoh vuole dare è quello del manga puccioso :3
Mai lasciarsi ingannare dalle apparenze, MAI. Si rischia di venirne traumatizzati.
Non che presenti cose non viste, sia chiaro.
Un esempio palese sono proprio i cosidetti "cuccioli di Drago", creature su cui l'autore basa il proprio intreccio, che si legano all'essere umano da loro scelto. Tutte le regole/limiti si possono ritrovare negli Stand delle Bizzarre Avventure di Jojo, per dirne una (i danni che si rifletto sulla psiche del portatore e annessi del caso).
Anche lo sviluppo non è dei più originali: se nel mondo vengono scoperte e rivelate queste creature dotate di un potenziale così ampio, la prima cosa che viene in mente logicamente è l'utilizzo bellico. Roba già vista, appunto.
Il fatto è che, per fortuna, Narutaru non è assolutamente solo questo. Il primo elemento che salta agli occhi, leggendo anche pochi volumi, è l'estrema caratterizzazione di tutti (TUTTI) i personaggi, protagonisti e non. E ciò viene fatto toccando molte delle problematiche del mondo moderno (per citare: bullismo scolastico, stupri, rapporti controversi con i genitori), in modo spesso decisamente crudo. Si può dire in effetti che l'intero manga sia un climax continuo dell'efferatezza di certe cose...volume 10 *faccina che trema*
E, senza pudore alcuno, cito come opere di paragone Devilman e Eden.
Il primo perché alcuni momenti ricordano palesemente l'opera di Nagai, soprattutto in alcune scene molto importanti riguardo la follia dell'umanità. Il secondo perché Endo nel suo manga dava sfoggio di una analisi della società, partendo dai suoi personaggi, ognuno con la loro storia. Particolare quasi irrilevante, ha in comune con Eden le spesso citate scene sessuali, in una maniera quasi morbosa, visto che i protagonisti di Narutaru sono quasi tutti ragazzini.
Questo parecchie censure ( non certo solo per le scene sessuali) e adddirittura la sospensione della pubblicazione in alcuni paesi (d'altronde ve l'ho detto, parte puccioso, quindi chi ne aveva acquisito i diritti a scatola chiusa ne è rimasto scioccato, immaginatevi, che so, la Mediaset che compra i diritti di Doremì e poi si ritrova ragazzini che torturano e uccidono altri ragazzini).
Come ho accennato all'inizio, è il manga del "non detto": alcune delle questioni principali vengono lasciate all'immaginazione del lettore, nonostante ci si possa fare una idea precisa dagli indizi da lui seminati.
Per quanto riguarda lo sviluppo finale dell'intreccio, il paragone viene spontaneo con una delle serie animate giapponesi più famose e conosciute, di cui però non faccio il nome
L'autore è stato fenomenale a descrivere ciò che sarà in semplicemente tre pagine, nonostante possa essere una scelta discutibile.
Le uniche "critiche" che mi verrebbero in mente sono la narrazione, ma è in parte causato ai continui rimaneggiamenti subiti dall'opera proprio per volontà dell'autore stesso, e l'eccessiva giovane età dei protagonisti, che rendono quasi paradossali certi eventi.
Per quanto mi riguarda, ne consiglio la lettura, ma dovete tenere presente che DAVVERO l'aspetto di facciata del manga è quanto di più inappropriato e fuori luogo ci possa essere.
Il manga è edito da Star Comics al prezzo di 4,50 al volume, prezzo immeritato visto soprattutto alcuni errori in fase di stampa (il volume 8 è illeggibile, ci sono i capitoli spostati e le pagine rimaneggiate, per cui non si riesce a seguire).
L'anime è di 13 episodi ma non tiene fede all'opera originale, per cui è altamente sconsigliato.
Per farvi un'idea dello stile dell'autore, potreste leggervi i due volumi de 'Le ali di Vendemiaire', letture corte che lasciano ben travisare quello che Mohiro Kitoh cerca di esprimere in ogni sua opera.
